non credo di averti mai raccontato le origini della mia famiglia. I miei genitori si occupavano di… scarpe! Da buoni marchigiani, avevano una piccola fabbrica di produzione di tomaie.
Ogni volta che era periodo di tasse, volavano imprecazioni! “Troppi utili, troppe tasse!”.
E io non capivo perché mi chiedevo come fosse possibile pagare così tante tasse da rovinarsi la salute… non sono, le tasse, in proporzione al reddito? E quindi, perché si arrabbiavano?
Ma non era solo quello.
Mi ricordo che, una volta, accompagnai mio padre dal commercialista.
Lui si lamentava per le tasse, il commercialista gli diceva: “Sig. Ferracuti, lo sa, dovrebbe investire in macchinari, in ricerca e sviluppo, in modo da abbassare gli utili”.
Ma mio padre, lavoratore vecchio stampo, non ci voleva sentire da quell’orecchio: “i macchinari vanno bene. Io non investo, non ho soldi da sprecare!”.
Alché, il commercialista ribatteva: “ma i soldi che investe in azienda non li paga allo Stato perché si possono dedurre dalle tasse!”.
Ma mio padre chiudeva dicendo: “e cosa cambia? Lo Stato se li prende e finisce là. Invece se devo investire, come dice lei, mi creo altri problemi! Io devo lavorare, non ho tempo per queste cose!”.
E la conversazione finiva lì.
Io, però, restavo piuttosto dubbiosa. E quei dubbi me li sono portati dietro per anni, fin quando non sono diventata imprenditrice anche io.
Anzi, fino a quando non ho dovuto pagare le tasse da lavoratrice autonoma per la prima volta: tra tasse e acconto, praticamente non mi restava nulla!
E lì mi sono ricordata delle parole del commercialista di mio padre.
Perché dare allo Stato quei 400, 500, 1000 o 10.000 euro che potrei, invece, investire nella mia azienda?
Perché lasciare allo Stato quei soldi, che invece possono servirmi per:
1. abbassare i miei utili, pagando meno tasse;
2. far crescere la mia azienda;
3. far aumentare la mia professionalità?
Siccome:
– corsi di aggiornamento;
– investimenti in marketing e in campagne di acquisizione clienti;
– acquisto di strumenti per il lavoro (nel mio caso: PC, tablet, telefono, software, autorisponditori);
– acquisto di consulenze da parte di professionisti per colmare alcune mie lacune;
si possono dedurre dalle tasse, io, ogni anno, investo in queste cose qui.
Infatti:
– frequento corsi di aggiornamento, anche molto costosi (nell’ordine dei 3/4.000 euro) anche all’estero;
– investo in campagne di acquisizione clienti;
– sostituisco PC e strumenti di lavoro ogni 2 o 3 anni;
– acquisto software che mi servono per creare i miei prodotti;
– ingaggio consulenti, molto esperti, per poter offrire nuovi servizi ai miei clienti.
Cosa ottengo, facendo ciò?
Ottengo che abbasso i miei utili e faccio crescere la mia azienda!
Il tutto, operando in assoluta trasparenza nei confronti del fisco.
Ecco perché ti chiedo di riflettere su questo aspetto.
Anziché regalare soldi allo Stato, investi parte dei tuoi utili facendo crescere la tua azienda.
Una delle cose migliori che tu possa fare per evitare di sprecare il tuo denaro (perché sprecare denaro equivale a darlo allo Stato, e forse è anche peggio), è investire nella tua professionalità e, di conseguenza, nel marketing.
Se vuoi sapere come investire parte dei tuoi utili sottraendoli alle fauci fameliche dello Stato e far crescere, anno dopo anno, la tua azienda, allora devi assolutamente partecipare al
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Ci vediamo a Bologna!
PS.
Mi sono dimenticata di dirti che anche ciò che spendi per venire al mio corso potrai detrarlo dalle tasse (e l’IVA la recuperi subito)!
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Michela Ferracuti
Ideatrice del metodo dell’Estetista Imprenditrice
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